Anzi, potrebbe essere l’inizio di una partita di un tipo di gioco del tutto nuovo.

La risposta dei mezzi di comunicazione tradizionali è stata, com’era prevedibile, sprezzante e denigratoria; il compito dei media, come quello della polizia, è contenere la protesta.
Per comprendere ciò che sta avvenendo, è essenziale sapere che OWS si è ispirato direttamente al movimento spagnolo del 15 maggio (M15). L’M15, a sua volta, si era ispirato alla primavera araba, ma ha ampliato il modello organizzativo e le strutture tematiche, mettendo la Democrazia Reale, che era stata cooptata da International Finance Capital, al centro. Il concetto è diventato così globale.

Molti spagnoli facevano parte del gruppo che ha iniziato a pianificare prima del 17 settembre, giorno d’inizio di OWS, e l’M15 ha fornito un modello sia per i contenuti che per i processi. Non è che l’OWS sia stato organizzato “*fuori*”, è che semplicemente una nuova generazione si sta esprimendo, e questa generazione si muove con una sensibilità che è, appunto, globale.

L’M15 ha stilato un documento dall’intelligenza e dal concetto sconvolgente, intitolato “*Ricetta per una rivoluzione pacifica”* (http://takethesquare.net/2011/07/15/how-to-cook-a-pacific-revolution/) da far distribuire attraverso i propri gruppi di *”Espansione interna”* ai movimenti in tutto il mondo. Chiunque fosse tentato di liquidare OWS come un pugno di hippy di poco peso dovrebbe dare un’occhiata a questa “*ricetta”*, che mette chiaramente in evidenza la serietà, la profondità, e la visione del movimento.

**Democrazia Reale – Orizzontale e decentralizzata**

Tra i vari concetti esposti, il documento descrive la forma di organizzazione utilizzata sia da OWS che da M15, un serio tentativo di costruire la democrazia reale partendo dal basso. Anziché limitarsi a parlare di democrazia reale, cercano di metterla in pratica. Il metodo delle “*Assemblee”* descritto nel documento, con comitati che prendono in cariva le varie funzioni (coordinamento, media, aspetti medici, logistica, e così via) rappresenta un esperimento cosciente di una nuova forma di organizzazione sociale. E’ orizzontale (senza capi), inclusiva, eterogenea, flessibile, e decentralizzata. Chi va a Liberty Plaza ne vede l’applicazione pratica. E’ un distacco radicale dalle forme istituzionali e organizzative del sistema che si muove invece con leader e gerarchie, si tratti di partiti politici, sindacati, imprese, chiese, ONG: io credo che questa formazione orizzontale scaturisca dall’essersi resi conto che la centralizzazione apre la strada a ogni sorta di manipolazione, corruzione e cosiddetti *”compromessi”*, che in realtà sono accordi sottobanco, che finiscono per tradire la causa.

**Il potere della nonviolenza attiva**

Un’altra caratteristica propria del movimento è la chiara coscienza del significato e del potere della nonviolenza attiva. *”Ricetta per una rivoluzione pacifica”* dice della nonviolenza che “*è nel nostro DNA, è nata con noi”*. Una sezione intitolata “Rivoluzione pacifica” esamina la nonviolenza da un punto di vista tattico e spirituale/esistenziale. Parla del grande *“potere umanizzante”* insito nel movimento. *“Quello che abbiamo imparato in questi pochi mesi, e che dovremmo valutare e rafforzare, è che abbiamo creato un movimento le cui caratteristiche sono l’inclusività, l’eterogeneità, la forma orizzontale, l’intelligenza collettiva, allegria, ispirazione, e grande attività, e che allo stesso tempo è pacifico e nonviolento; un movimento che sta facendo progressi in auto-organizzazione sia a livello locale, sia a quello internazionale. Queste sono le chiavi che ci permetteranno di cambiare il mondo e le nostre vite”*

**Oltre le lagnanze e le rivendicazione a breve termine**

Un’altra ricorrente critica nei confronti dell’OWS è che manca di *“rivendicazioni”*. Ma forse questo vuol dire non cogliere il concetto di base. Il movimento va molto al di là di una semplice lista di rivendicazioni. Il suo scopo è cambiare il mondo – fondamentalmente.

*“Dobbiamo creare un movimento sociale con nuovi modelli economici, nuovi modelli organizzativi, nuovi modelli nelle relazioni sociali, nuovi modelli di cultura e spiritualità, di educazione e di sanità, ecc.”*

Invece di ripetere il solito vecchio gioco di fare richieste o indulgere in grandiose dichiarazioni, si costruisce il nuovo mondo proprio ora, iniziando dalle fondamenta: democrazia reale. Questa forma di azione sociale, decentralizzata, comprendente in parti misura capacità di critica, riflessione, e costruzione, è l’esatto opposto di quello che è invece il sistema, centralizzato, speculativo, manipolatore, individualistico, ed è per questo che il sistema non capisce. Ma non importa. Il sistema è ormai quasi superato, ecco un altro punto di cui si è ben coscienti nel gruppo.

* “Non c’è bisogno di sprecare tanta energia lottando per far crollare questo sistema. Lo farà da solo. Le nostre energie possono essere impiegate per costruire nuovi modelli. Perché, quando tutto crollerà, cosa facciamo…torniamo alla preistoria?”*

Questa è una visione che va oltre le lagnanze e le rivendicazioni a breve termine; porta un significato che non dipende dal cosiddetto “successo”. Parla di dignità umana, del valore di ogni essere umano. Parla del futuro dell’umanità. Proviene, almeno in parte, da una ritrovata gioia di esprimere aspirazioni che penetrano nel più profondo del cuore, per cominciare a ricostruire da lì insieme agli altri. Questo è il suo potere.

“*Noi diciamo: siamo esseri umani, non merci nelle mani dei politici o dei banchieri”*.

Questo spirito, questa visione, va in profondità. Forse è per questo che si parla di risveglio, di rinascita. Lo scopo del movimento è cambiare il mondo. Ma forse il mondo è già cambiato, e si tratta ora solo di mettere a punto i dettagli.

Traduzione dall’inglese di Giuseppina Vecchia